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Infezioni

Epatite C, Regioni lente sui nuovi antivirali

Denuncia delle associazioni dei malati e di Cittadinanzattiva.
L'Aifa ha deciso già da due mesi che siano rimborsabili

Infezioni

Epatite C, Regioni lente sui nuovi antivirali

Denuncia delle associazioni dei malati e di Cittadinanzattiva.
L'Aifa ha deciso già da due mesi che siano rimborsabili

MILANO - Ci sono nuovi farmaci antivirali che rappresentano una svolta nella lotta all'epatite C, malattia del fegato tra le più insidiose: nella maggior parte dei casi, però, i pazienti non riescono ancora a utilizzarli, sebbene con una decisione di più di due mesi l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), pubblicata in Gazzetta ufficiale, ne abbia autorizzato la rimborsabilità da parte del Servizio sanitario nazionale. «Dopo il via libera dell’Autorità europea, nell'estate 2011, i malati italiani hanno atteso già un anno e mezzo la decisione del l'Aifa, arrivata in ritardo rispetto ad altri Paesi - sottolinea Tonino Aceti, responsabile del Coordinamento nazionale delle Associazioni dei malati cronici di Cittadinanzattiva -. Ora si aggiungono difficoltà di accesso a questi farmaci in molte Regioni: quattro Regioni non hanno nemmeno individuato le strutture sanitarie idonee a erogare i medicinali».

DIFFICOLTÀ - Secondo la decisione dell'Aifa, infatti, i nuovi farmaci devono essere prescritti per la distribuzione gratuita soltanto dai Centri autorizzati da ciascuna Regione: Calabria, Marche, Sardegna e Sicilia, però, non li hanno ancora scelti. E non finisce qui. «I Centri prescrittori devono accreditarsi presso l'Agenzia del farmaco, tramite la posta elettronica certificata, ma diversi ospedali finora non erano in grado di farlo - sottolinea Aceti -. Le Regioni, inoltre, devono inserire i nuovi farmaci nei prontuari regionali, ma anche dove questo è già stato fatto i pazienti segnalano altre difficoltà. Per esempio, in Veneto i Centri individuati sono pochi, ubicati nei capoluoghi di provincia e per raggiungerli, molti malati devono fare anche centinaia di chilometri; in Molise, regione prevalentemente montuosa, l'unico Centro autorizzato si trova a Campobasso».

COSTI ALTI - Inoltre, i controlli, almeno agli inizi della terapia, sono frequenti, anche una volta a settimana. «La terapia potrebbe durare perfino un anno - fa notare Ivan Gardini, presidente di Epac, associazione di pazienti con epatite e malattie del fegato - e la lontananza dal Centro, con i costi per spostarsi e le giornate di lavoro che si perdono, potrebbe indurre rinunce o sospensioni della cura». In qualche Asl si riscontrano resistenze anche per motivi di budget. «Pazienti liguri - riferisce Gardini - segnalano che in un ospedale genovese è garantito il farmaco solo a parte dei malati». «È vero che si tratta di farmaci costosi, ma salverebbero vite - conclude Aceti - e nel medio-lungo termine eviterebbero continui ricoveri e trapianti di fegato che costano in media circa 150mila euro l'uno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Maria Giovanna Faiella

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